Sony trionfa nella causa sui brevetti da 500 milioni di dollari contro GET

Il DualSense, il controller di PlayStation 5, è stato presentato per la prima volta nel 2020.

Quando si tratta del mondo delle cause sui brevetti, dove Davide spesso affronta Golia, non capita tutti i giorni di vedere Golia uscire dall’aula con una vittoria, eppure è esattamente quello che è successo nel recente caso tra Sony E Tecnologia abilitante autentica. All’inizio di questa settimana, un giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti ha assegnato a Sony una vittoria, assicurando che Stazione di gioco Empire non distribuirà 500 milioni di dollari di danni al GET.

Le radici di questa scaramuccia legale risalgono al 2017, quando GET accusò Sony di violare la sua proprietà intellettuale. Al centro della questione c’era il brevetto ‘730, un documento che delineava un “metodo e un apparato per produrre un flusso di dati combinato e recuperare da esso il rispettivo flusso di input dell’utente e almeno un segnale di input”.

In termini più semplici, GET affermò di aver ideato l’unico modo per console di gioco e controller di comunicare su due frequenze diverse contemporaneamente, un’affermazione che Sony trovò credibile quanto l’esistenza degli unicorni.

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Secondo GamesIndustry.biz, Sony ha sostenuto che le affermazioni di GET erano inconsistenti, suggerendo che le prove fornite non dimostravano che alcun componente dei controller PlayStation fosse una copia carbone dei diagrammi presentati nel brevetto di GET. Si è trattato del classico caso di “la tua parola contro la mia”, ma con il vincitore che si è portato via (o, nel caso di Sony, si è tenuto) mezzo miliardo di dollari.

Nintendo è stata anche citata in giudizio da GET per un problema simile di deriva nei suoi Joy-Con per Switch.
Nintendo è stata anche citata in giudizio da GET per un problema simile di deriva nei suoi Joy-Con per Switch.

Alla fine, il 25 marzo, il giudice ha emesso un verdetto (anche se potrebbe non essere necessariamente definitivo e vincolante): Sony non aveva violato il brevetto di GET. Ha dichiarato il caso chiuso, lasciando che il GET si leccasse le ferite e forse tornasse al tavolo da disegno ancora una volta. Questo non è stato il primo rodeo di Sony in un’aula di tribunale, né sarebbe stato l’ultimo, ma è stato sicuramente un momento di rivendicazione per l’azienda PlayStation.

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È interessante notare che GET aveva precedentemente gettato i suoi tentacoli legali anche su Nintendo, in una causa simile a quella di Sony. Sebbene Nintendo inizialmente sia emersa vittoriosa, la Corte d’Appello ha deciso di riprovare il caso nel 2022, ribaltando la decisione e lasciando la battaglia legale in corso. Per ora, Sony può godersi il suo giro di vittoria, con la certezza di aver, almeno per oggi, schivato un proiettile da 500 milioni di dollari.

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